Tirocini in azienda per 500 euro al mese, età 16 a 66 anni
Trenta milioni di euro di fondi europei destinati a tirocini extracurriculari per giovani, adulti e disabili disoccupati: è quanto la regione Sicilia ha messo in campo con un bando che prende il via tra una settimana – per la precisione lunedì 11 giugno – e prevede la realizzazione di stage di sei mesi, con un rimborso spese pari a 500 euro mensili.
La decisione di prevedere un nuovo piano di tirocini nel testo del decreto del dirigente generale n. 7311 sembra giustificata in quanto prosieguo della «positiva esperienza dei tirocini extracurriculari realizzati sul territorio regionale a valere sul Programma nazionale Garanzia giovani, che ha consentito ai giovani Neet coinvolti di conoscere in modo concreto la realtà lavorativa».
Sul fatto che sia stata una “positiva esperienza” però non tutti sono d’accordo. «Il dato, fermo al 2016, è di 44mila giovani siciliani che hanno attivato un tirocinio tramite Garanzia Giovani: poco meno del 10% è stato poi convertito in un rapporto di lavoro» dice per esempio alla Repubblica degli Stagisti Andrea Gattuso, segretario generale del Nidil Palermo, già responsabile del dipartimento politiche del lavoro Cgil Sicilia. E giù l’elenco delle note dolenti: «Il ritardo nei pagamenti, a volte avvenuti con oltre sei mesi di ritardo, la qualità dei tirocini, spesso dei rapporti di lavoro subordinati mascherati da stage, e la mancanza di scelta, tanto che spesso erano i ragazzi a cercarsi le aziende a cui chiedere di attivare il tirocinio».
Eppure la Regione considera Garanzia Giovani un successo e suddivide i 30 nuovi milioni di euro a disposizione destinandoli a quattro misure diverse: 10 milioni per i giovani disoccupati, inattivi e in cerca di prima occupazione, 10 milioni per gli adulti inoccupati o disoccupati, 5 milioni per giovani e adulti disoccupati e inoccupati con disabilità, per cui in questo caso sono previsti dodici mesi di tirocinio, e 5 milioni per un bonus occupazionale diretto alle aziende.
Per la platea di destinatari, di età compresa tra i 16 e i 66 anni, la soluzione proposta dalla Regione è una: il tirocinio. Accorpando nella stessa macrocategoria i 35enni con gli ultra 60enni. La Repubblica degli stagisti ha cercato di contattare l’assessore regionale al lavoro, Maria Ippolito, ma i ripetuti tentativi telefonici sono andati a vuoto, così come sono rimaste senza risposta le domande, inoltrate via email, sulla ratio di costruzione di questo nuovo bando.
La scelta di coinvolgere gli ultra 50enni è decisamente sbagliata secondo Gattuso, che in particolare critica l’assunto di fondo adottato dalla Regione: «Invece di pensare a offrire esperienze formative per accedere al mondo del lavoro, si preferisce dare una sorta di sussidio. Gli over 35 non hanno bisogno di fare un tirocinio, bensì di fare un’esperienza di lavoro vera e soprattutto continuativa perché hanno esigenze familiari diverse dai giovani. Non ha molto senso fare una uguale misura di tirocinio per persone più che adulte, oltre i 35 anni. Servirebbe ben altro».
Qui il riferimento è a un sistema di servizi per l’impiego che funzioni veramente cosa che, invece, in Sicilia non accade. Basti pensare alla sola Palermo, capoluogo regionale con oltre 700 mila abitanti e un tasso di disoccupazione nel 2018 pari al 22%, che ha un solo centro per l’impiego. E dove poiché non è ancora possibile fare alcune procedure online, «bisogna recarsi alle 2 di notte al collocamento, prendere il turno per riuscire a entrare prima dell’orario di chiusura», spiega il segretario Nidil Palermo: «Se già arrivi alle 10 del mattino non riesci a entrare. Se questi, quindi, sono i servizi per l’impiego della regione Sicilia, puoi fare tutti i tirocini che vuoi, ma non potranno mai funzionare le politiche attive».
Critico sulla struttura del bando anche Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, che più che sull’età degli stagisti preferisce concentrare l’attenzione su un’altra scelta di fondo: «Quella di stanziare 30 milioni di euro per realizzare, come indicato dall’assessorato, circa 625 contratti stabili. Facendo due conti, significa che ogni contratto ci costerebbe 48mila euro. La sproporzione tra risorse spese e risultato atteso è particolarmente evidente», spiega alla Repubblica degli Stagisti. Il numero 625 è il risultato del rapporto tra il bonus previsto per la trasformazione del tirocinio in contratto di lavoro – 5 milioni – e l’incentivo medio stimato che è pari a 8mila euro. Il tutto, sottolinea Albanese, «in una regione dove, nonostante il tasso di disoccupazione si aggiri intorno al 22 per cento con punte del 50 tra i giovani, si assiste al paradosso di imprese che non riescono a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno, come periti meccanici, tecnici del legno, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri».
Questo sesto bando del pacchetto lavoro non è, però, l’unico provvedimento pensato dalla Regione per cercare di risolvere i molti problemi di disoccupazione dell’isola. Il governo regionale sta applicando tutta una serie di misure in questo campo, come «i tirocini per i percorsi di praticantato, l’avviso per i disoccupati di lunga durata, i cantieri di lavoro e i cantieri di servizio» dice Gattuso: «Ma sono misure più che altro assistenziali, tanto che per parteciparvi fa fede anche la questione del reddito e poi non c’è un vero e proprio matching in base all’analisi dei fabbisogni delle aziende. Sono sostanzialmente degli aiuti a pioggia per favorire l’inserimento e dare piccole risposte ai disoccupati siciliani, né più né meno». Un discorso che vale tanto per i giovani tra i 16 e i 35 anni, tanto per la platea che va dai 35 ai 66. Anzi in questo caso il segratario Nidil Palermo dice «non è assolutamente la misura adatta per gli over 55. È un contentino. Il tirocinio è una misura di politica attiva per imparare a stare all’interno di un’azienda e imparare un mestiere. Ma i bandi che ha fatto la regione Sicilia non vanno in questa direzione. Certo, rispetto ai precedenti qualcosa di positivo è stato fatto: sono stati diminuiti i limiti numerici dei tirocinanti e se prima in un’azienda con zero dipendenti ci potevano essere due stagisti adesso sono stati dimezzati, o è stata introdotta la possibilità di assentarsi per malattia o infortunio. Ma da un punto di vista di analisi del lavoro la considerazione è sempre quella: il tirocinio non è la misura che può dare risposte reali alla fascia di lavoratori più matura».
Dello stesso avviso Albanese, che osserva: «La vera sfida sarebbe creare una sinergia formativa diretta dando alle aziende la possibilità di formare e riqualificare i propri dipendenti direttamente all’interno delle imprese. L’internet of things, la robotica, i droni, la manifattura additiva sono solo alcune delle tecnologie che stanno cambiando sia i beni che vengono prodotti sia il modo in cui si producono. Un cambiamento radicale che presuppone una ridefinizione del modello di business dell’azienda, dei ruoli aziendali, inclusa la creazione di nuove figure professionali prima inesistenti. Il tutto con un forte impatto sul mercato del lavoro e sulle competenze che i lavoratori devono avere». Nel caso specifico, secondo il vertice di Sicindustria, per una platea di disoccupati ultra 50enni, sarebbero stati auspicabili altri interventi: «Destinare maggiori risorse verso strumenti alternativi, quali quelli individuati dallo stesso assessorato con l’avviso 21/2018, volti alla diretta riduzione del costo del lavoro su veri contratti. I posti di lavoro si creano rilasciando le autorizzazioni in tempi certi e favorendo i processi di investimento delle imprese, le uniche in grado di generare benessere collettivo».
Insomma la misura della Regione Siciliana scontenta sia di qua sia di là. Fortunatamente ci sono anche aspetti positivi. Uno, secondo Gattuso, è aver inserito nella stesura di questo bando un limite reddituale per i partecipanti abbastanza alto, pari a 30mila euro, «un parametro utile per selezionare chi ha più bisogno di fare questo tipo di esperienza». E poi c’è la destinazione di un quinto delle risorse totali, pari a 5 milioni di euro, per un bonus occupazionale per le aziende che decidono di assumere i tirocinanti alla fine dello stage. Ma, obietta il segretario Nidil, «politiche di questo tipo funzionano nel breve periodo e non danno luogo a occupazione stabile».
Per capire se il bando avrà successo bisognerà aspettare qualche mese. Nel frattempo il Nidil Cgil sta facendo un’azione di orientamento per chi, giovani o adulti, va negli uffici a chiedere informazioni. «Spiegheremo ai destinatari il funzionamento del bando e cercheremo di dare il massimo delle informazioni. E poi vigileremo sull’andamento di questi percorsi che sono stati adottati dalla Regione autonomamente senza sentire le parti sociali. Soprattutto chiederemo un maggiore controllo e monitoraggio da parte degli ispettori del lavoro per verificare che questi tirocini non nascondano un lavoro subordinato».
Per verificare che i 6.600 stage pianificati si trasformino in vera assunzione tutto dipenderà, però, «dall’azione che faranno i centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro, quindi i soggetti promotori. Se ci sarà una vera selezione rispetto ai fabbisogni delle aziende e i profili dei candidati allora c’è la possibilità che questi tirocini si possano trasformare in rapporti di lavoro. Ma per come è organizzato il sistema di politica attiva del lavoro siciliano c’è un forte rischio che ciò non succederà e che le percentuali di assunzione saranno simili ai bandi precedenti, quindi intorno al 10%».
Per adesioni o ulteriori informazioni contatta l’Agenzia per il Lavoro ESFO sedi di Messina, S.Agata e Mistretta.
Articolo a firma di : Marianna Lepore
Fonte: Repubblica degli stagisti
Assistenti autonomia e comunicazione studenti disabili, a breve la gara.
Messina si fa modello per gli studenti disabili delle scuole medie di secondo grado. La Città Metropolitana ha annunciato ieri mattina, presso la Sala Consiliare di palazzo dei Leoni, la riapertura delle procedure di gara, finora sospese in attesa del parere dell’Anac, per l’affidamento del servizio di Assistenza all’Autonomia e alla Comunicazione. Fino al 9 giugno 2018, l’Amministrazione assegnerà delle proroghe ai lavoratori attualmente in forza presso le scuole per garantire la continuità didattica e l’espletamento completo e puntuale delle procedure di gara. “Dal prossimo anno accademico – si auspica il Segretario Generale Provinciale FLC di Messina, Pietro Patti – i presidi che fino ad oggi hanno offerto il servizio nonostante fossero completamente abbandonati a gestire procedure scorrette non per loro colpa. Servirà una cabina di regia in grado di tutelare disabili (per l’intero anno scolastico!), lavoratori e istituzioni scolastiche”
“Si tratta di un grande successo soprattutto perché finalmente il servizio verrà garantito in modo stabile e non più occasionale e perché si avvia un sistema virtuoso che è ancora unico in Sicilia” affermano Clara Crocè, Giselda Campolo, Pietro Patti e Francesco Fucile. L’Anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione) non lascia spazio ad alcun dubbio sulla legittimità della procedura intrapresa. Posizione quest’ultima da sempre sostenuta da CGIL, NIdiL, FLC ed FP e che ha trovato conferma anche nelle dichiarazioni rilasciate quest’oggi dalla dirigente della Città Metropolitana Anna Maria Tripodo, secondo la quale già la prossima settimana verranno convocati i commissari, cosicché a settembre, per la prima volta nella provincia messinese, il sevizio parta in regola e in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico.
“La pubblicazione della gara è solo il primo passo per legalizzare la situazione e restituire dignità al lavoratore (e qualità del servizio alle famiglie!) – ha aggiunto Giselda Campolo (NIdiL CGIL). L’Amministrazione dovrà avere interesse a rendersi garante del rispetto delle norme contrattuali, e dei principi di legge e di qualità del servizio dal momento che, grazie anche alle battaglie della CGIL nel suo complesso, l’Ente Appaltante è ormai, a tutti gli effetti di legge, responsabile in solido”.
“Questo bando – continua il Segretario Generale Provinciale di NIdiL Messina – garantisce agli operatori che la retribuzione venga versata mensilmente, vincola la paga oraria a quanto stabilito nel capitolato, limita i favoritismi e gli abusi che sino ad oggi si sono sempre verificati nella scelta del personale. Per la prima volta a Messina il servizio sarà strutturato, legalizzato e con un’ampia platea di beneficiari”.
fonte: http://www.messinaoggi.it/website/2018/03/24/studenti-disabili-assistenza-allautonomia-e-comunicazione-vedra-a-breve-procedure-gara/
Articolo tratto interamente da MessinaOggi.it a firma di Marcella Ruggeri per soli fini divulgativi

LIS: cos’è, come funziona, il suo riconoscimento in Italia
La LIS – Lingua dei Segni Italiana, o meglio: Lingua Italiana Segnata – è la lingua dei sordi italiani. Già questo dato tautologico può suonare strano per alcuni: non c’è un linguaggio “sordo”, ma c’è la lingua dei segni italiana, come quella francese spagnola americana ecc. E hanno dei legami con la lingua parlata e la cultura di riferimento; al punto chela LIS, è considerata una lingua romanza.
Non si sa con precisione quando siano nate le lingue dei segni, ma è ormai un dato condiviso che esistano da quando è sorta la prima comunicazione umana: alcuni linguisti e ricercatori affermano che testimonianze di lingue segnate erano presenti già nelle antiche civiltà in Cina, India, Mesopotamia, Egitto, Maya. In alcune comunità, per una forte presenza di persone sorde, la lingua dei segni è stata la modalità di comunicazione primaria tra persone sorde e udenti nell’isola di Martha’s Vineyard (Stati Uniti); l’Isla de Providencia (Colombia), Urubú-Kaapor (Brasile); villaggi nello Yucatec (Messico) e in in altre località.
La comunicazione gestuale dei sordi è quindi nota sin dall’antichità, ma era sempre stata considerata una semplice mimica, l’Accademia (tranne qualche isolato ricercatore qua e là in Europa) non se ne interessò per secoli. Fino al ventesimo secolo non era considerata una vera lingua, con un suo lessico e una sua grammatica, in grado di esprimere qualsiasi messaggio. Inizia ad essere studiata in tutto il mondo da un punto di vista linguistico scientifico solo a partire dagli anni ’60 grazie al lavoro di William Stokoe, un ricercatore americano, che in Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication System of the American Deaf fu il primo a dimostrare la complessità di questa forma di comunicazione e a riconoscere la natura linguistica della lingua dei segni, l’elemento sequenziale nell’organizzazione della lingua dei segni e la suddivide in unità minime. Da lì, vediamo esplodere ricerche sulla lingua visiva in ogni Paese del mondo.
COME FUNZIONA: In che senso è una “lingua” e non un semplice mezzo di comunicazione?la lingua umana ha una peculiarità che non si trova in nessun’altra forma di comunicazione animale (tranne, forse, le grosse scimmie): la ricorsività. Sarebbe a dire che il linguaggio umano è in grado di produrre (e siamo in grado di capire), un numero infinito di volte, sequenze del tutto nuove. Il numero delle frasi possibili in qualunque linguaggio naturale è infinito: si può sempre costruire una frase nuova aggiungendo alla frase data un’altra frase semplice. Questa stessa caratteristica (e altre che tralasciamo) si ritrova nelle lingue dei segni. Vediamo allora come funziona quella italiana.
Brevemente:
La Lis (come ogni lingua visiva) ha un alfabeto una sintassi una grammatica. L’alfabeto sono per noi le singole lettere/suoni che formano la parola: c-a-s-a. Se metto insieme questi 4 suoni creo una parola di senso compiuto. Alla stessa maniera, nella lingua dei segni, per formare una parola di senso compiuto con la mia mano devo mettere insieme dei parametri, al posto dei suoni: movimento e orientamentodella mano, luogo (davanti alla bocca, pancia, in “spazio neutro”) e configurazione (cioè la posizione assunta dalla mano: aperta, chiusa, dita unite ecc). Ai suoni (fonemi) si sostituiscono i parametri, ma la logica è la stessa.
La sintassi della maggior parte delle lingue dei segni, e una minoranza di lingue orali, segue l’ordine Soggetto-Oggetto-Verbo: è il caso anche della lingua dei segni italiana. *Tu casa vai, *io casa vado ecc. Nella frase negativa la negazione è posta alla fine: *io casa vado no. La grammatica, o meglio la morfologia, presenta precise regole ed è, come per le lingue orali, uno degli elementi più importanti e distintivi dei segni, anche rispetto ad altre forme di comunicazione gestuale che non possono definirsi lingue, come i gesti e le pantomime. La grammatica viene espressa principalmente attraverso alterazioni sistematiche del luogo di esecuzione dei segni e di alcuni tratti del movimento, come la direzione, la durata, l’intensità o l’ampiezza. Insomma, lo stesso gesto, se orientato a destra o a sinistra modifica il senso, come noi aggiungiamo una o o una a per segnalare il maschie e il femminile. Ad esempio i segni per il presente, il passato e il futuro sono eseguiti lungo una linea astratta, denominata “la linea del tempo”, situata sul piano orizzontale all’altezza della spalla del segnante: i segni riferiti al passato muovono verso la spalla (indietro), quelli riferiti al presente nello spazio davanti al segnante, e quelli riferiti al futuro muovono in avanti rispetto al segnante. Un po’ come il gesto italiano che tutti usiamo parlando per indicare una cosa passata.
Queste caratteristiche che abbiamo trattato brevemente consentono la stessa libertà che abbiamo con le lingue orali, per cui non solo si può trattare di qualsiasi argomento, ma è anche possibile raccontare barzellette, fare giochi di parole intraducibili, “scrivere” poesie, teatro…
IN ITALIA: Sempre in ritardo specie se si tratta di scienza cultura, ma ancora di più, ed è strettamente collegato, per quel che riguarda i diritti. Se nel mondo la consapevolezza sulle lingue segnate è iniziata negli anni ’60, da noi ricerche linguistiche e scientifiche sulla Lingua dei Segni Italiana sorgono solo verso gli anni ‘80. Se ormai in tutto il mondo, proprio tutto, lo statuto di lingua di lingua delle lingue visive è riconosciuto ufficialmente, l’Italia è uno dei pochissimi paesi del mondo a non riconoscere ufficialmente la Lis come lingua. Nonostante la Costituzione tuteli tutte le minoranze linguistiche sul territorio, e l’UE che fa altrettanto. E quando affermo che l’Italia è uno dei pochissimi non intendo dire semplicemente che Francia e Spagnatengono conto delle loro lingue visive, ma che anche gli Stati Uniti, anche l’Iran e la Cina riconoscono ufficialmente la loro lingua dei segni locale.
Quando l’Italia ha cominciato, faticosamente, a cercare di riconoscere la LIS? Solo il 3 Ottobre 2017. “Una data storica per le persone sorde”: così l’Ens, esultava per l’approvazione, al Senato, del Disegno di Legge sul riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana. “Dopo una intensa discussione nella quale hanno preso la parola diversi Senatori – riferisce ancora Ens – l’Assemblea ha approvato, con un nuovo titolo, il Ddl n. 302 “Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche”. Poi, il testo è passato alla Camera, dove ancora giace. Sarebbe ora di riconoscere ai sordomuti i loro diritti.
Articolo a firma di: Antonio Marvasi fonte: http://lopinabile.it
I Livelli della Lingua Inglese
Il CEFR (Common European Framework of Reference for Languages, Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue) è il frutto di studi, effettuati tra il 1989 e il 1996 da esperti designati dal Consiglio d’Europa, inerenti alle linee guida riguardo l’apprendimento e l’insegnamento di una lingua straniera. Il fine ultimo è definire un metodo per accertare le conoscenze delle lingue Europee.
I sei livelli di riferimento in cui il CEFR si articola (A1, A2, B1, B2, C1 e C2) rappresentano i parametri di valutazione delle competenze linguistiche individuali.
Vediamoli più da vicino:
Il Quadro comune di riferimento europeo distingue tre ampie fasce di competenza (“Base”, “Autonomia” e “Padronanza”), ripartite a loro volta in due livelli, per un totale di sei complessivi, permettendo di descrivere quello che è il grado di conoscenza per ciascuno di essi nei diversi ambiti di preparazione: comprensione scritta (comprensione di elaborati scritti), comprensione orale (comprensione della lingua parlata), produzione scritta e produzione orale (abilità nella comunicazione scritta e orale).
A – Base
A1 – (Breakthrough)
Comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su particolari personali come dove abita, le persone che conosce e le cose che possiede. Interagisce in modo semplice, purché l’altra persona parli lentamente e chiaramente e sia disposta a collaborare.
A2 – (Waystage)
Comprende frasi ed espressioni usate frequentemente relative ad ambiti di immediata rilevanza (es. informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l’occupazione). Comunica in attività semplici e di abitudine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti della sua vita, dell’ambiente circostante; sa esprimere bisogni immediati.
B – Autonomia
B1 – (Threshold )
Comprende i punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero ecc. Sa muoversi con disinvoltura in situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel paese di cui parla la lingua. È in grado di produrre un testo semplice relativo ad argomenti che siano familiari o di interesse personale. È in grado di esprimere esperienze ed avvenimenti, sogni, speranze e ambizioni e di spiegare brevemente le ragioni delle sue opinioni e dei suoi progetti.
B2 – (Vantage)
Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche sul suo campo di specializzazione. È in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile una interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l’interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un’ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.
C1 – (Effective Operational Proficiency)
Comprende un’ampia gamma di testi complessi e lunghi e ne sa riconoscere il significato implicito. Si esprime con scioltezza e naturalezza. Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, professionali ed accademici. Riesce a produrre testi chiari, ben costruiti, dettagliati su argomenti complessi, mostrando un sicuro controllo della struttura testuale, dei connettori e degli elementi di coesione.
C2 – (Mastery)
Comprende con facilità praticamente tutto ciò che sente e legge. Sa riassumere informazioni provenienti da diverse fonti sia parlate che scritte, ristrutturando gli argomenti in una presentazione coerente. Sa esprimersi spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso, individuando le più sottili sfumature di significato in situazioni complesse.
Avviso di riapertura dei termini assistente all’autonomia e comunicazione per studenti disabili delle Scuole Superiori
Si rende noto che il Dirigente della V Direzione ha disposto l’ulteriore proroga del termine di adesione per l’inserimento nell’elenco dei soggetti disponibili all’espletamento del servizio specialistico di Assistenza all’Autonomia e Comunicazione (AAC) per studenti disabili delle Scuole Superiori.
Il nuovo termine di scadenza è fissato al 30 novembre 2017.
Per info sede di Messina chiamare 090 310291